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Vittorio Stefanizzi e la sanità malata nel Crotonese.




"Quando si lavora nel pubblico, i pregiudizi non dovrebbero superare la professionalità. Particolarmente nel settore sanitario". Ad alcuni giorni dall'ennesimo caso di mala sanità nel Marchesato Crotonese, Vittorio Stefanizzi giovane cuoco di Petilia Policastro ha deciso di raccontare ciò che ha subìto in uno degli ultimi week end quando, recatosi presso gli uffici dell'Asp policastrese che ospitano il servizio di guardia medica, si è visto rifiutare la visita dal medico di guardia. Perché? Perché ha ammesso con il medico di guardia di essere essere affetto da un'immunità di primo grado all'epatite. "Nonostante almeno i medici dovrebbero sapere che la mia non è una malattia trasmissibile - ci racconta - il medico si è rifiutato di visitarmi, consigliandomi di recarmi al Pronto Soccorso di Crotone, ma considerate le pesanti piovute degli ultimi giorni e le pessime condizioni della viabilità non me la sono sentita di mettermi in macchina. Accusavo dolori alla gola ed al torace che la stessa dottoressa ha ammesso poteva essere anche un infarto, ma non ha voluto nemmeno misurare la pressione, ormai era talmente spaventata della mia patologia da pregarmi di andarmene via". Vittorio non ha voluto denunciare il fatto per un'eccessiva scrupolosità: a Petilia sono pochi i medici che accettano di prestare il servizio di guardia medica e non ha voluto mettere in difficoltà uno dei pochi medici che presta servizio nella popolosa cittadina dell'Entroterra Crotonese. Eppure ammette che la situazione che ha dovuto fronteggiare non la dimenticherà facilmente. "Già è difficile - ammette - alla mia età subire una malattia di questo genere, per la quale vengo spesso ricoverato ma subire questi pregiudizi dovuti principalmente all'ignoranza. Se anche l'auto immunità fosse trasmissibile, un medico dovrebbe prendere le proprie precauzioni, ma certamente non dovrebbe avere paura di svolgere il proprio lavoro; oppure dovrebbe avere il coraggio di dedicarsi ad un altro lavoro". Quello della scarsa sanità è il problema dei problemi a Petilia Policastro. Nel corso degli ultimi anni, più medici sono andati in pensione e non tutti sono stati sostituiti. Per esempio, da più mesi nella frazione montana Pagliarelle che ha oltre 1500 abitanti quanti alcuni Paesi della Provincia non c'è più un medico di base ed anche per una banale ricetta occorre raggiungere Petilia centro ad una quindicina di chilometri di una pessima strada provinciale, il servizio ticket dell'Asp è "momentaneamente" chiuso dal marzo 2019 per carenza di personale ed anche per obliterare una ricetta occorre raggiungere il presidio di Campizzi del Distretto Sila dove, da anni dovrebbe scorgere un'ospedale di comunità ma nei fatti il personale del 118 pur dovendo operare su più Comuni può contare su una sola autombulanza. Può bastare un nuovo Commissario sanitario per cambiare una situazione al limite della sopportazione? Considerato l'approssimarsi del Natale, sogniamo di si.

Francesco Rizza

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