UN COMUNE ALLA VOLTA: Strongoli.
Fu in quello che sarebbe diventato il Marchesato crotonese che la Roma repubblicana ottenne, al tempo della seconda guerra punica, un intenso segno di fedeltà. La polis magno greca Petilia, fondata secondo una tradizione attestata dal ritrovamento di numerosi reperti nel territorio della attuale Strongoli fu, infatti, l'unica cittadina ad opporsi all'esercito di Annibale. Al condottiero africano, si narra, servirono numerosi giorni per assediare la cittadina dando, nel frattempo, all'esercito romano il tempo necessario ad avvicinarsi e porre fine al percorso belligerante di Annibale e dei suoi soldati. Tutto parla, ancora oggi, nel territorio strongolese del mito di Filottete che con le armi di Eracle avrebbe potuto fare cose grandi se non si fosse ammalato per una fetida ferita e degli attacchi di pazzia che finirono per pivarlo anche degli amici più fedeli come scrisse Sofocle in una sua tragedia; a partire da alcune epigrafi che ancora oggi è possibile interpretare. "Avvicinandoti a Strongoli - si legge per esempio in quella collocata a nord del centro abitato - ricordati, o passeggero, che essa è quella città che un tempo rifulse col nome di Petelia che l'eroe Peante, circondò con mura e che ai nostri giorni non desiste per splendore più chiara per popolazione e territorio". Nelle epigrafi che, invece, sono poste nel duomo di quella che fu una delle diocesi suffraganne di Santa Severina è invece riportato il testamento di Mefonio che, essendo imperatore romano Antonio Pio, donò un proprio vigneto alla città chiedendo, fra l'altro che con altri fondi due triclinii ed alcune torce per gli Australi "poiché io mi sono affidato a loro pur essendo ancora vivo". Passeggiando nel suo centro storico è possibile visitare due castelli, il principale nel punto più alto della città ospita, fra l'altro, il Museo Archeologico Petilino è fu costruito già prima del V secolo dopo Cristo. Nel corso dei secoli fu più volte ricostruito, dal tempo delle incursioni saracene al tempo in cui Giacchino Murat ne ordinò un importante restauro dopo il terremoto del 1783. Il castello di Fasana, invece, in località Pantano è nei pressi dell'area protetta era, originariamente, una masseria fortificata contruita nel XVI secolo. Ospitava, nel periodo estivo, i principi Pignatelli che erano fra i nobili più importanti del Regno delle due Sicilie. Intitolata ai santi Pietro e Paolo, la cattedrale strongolese fu costruita nel X secolo. Ospitò, come dicevamo, un episcopato dal 1178 al 1818. La pianta è di stile basilicale a tre navate che sono divise da due serie di colonne oltre a varie cappelle e cupole di stile bizantino. Fuori dal centro abitato, invece, il Santuario della Madonna della Verga d'oro che secondo la tradizione fu costruito da alcuni marinai aiutati dalla Mamma celeste durante una tempesta. Di estrema importanza, dal punto di vista agricolo, le vigne strongolesi. Un importante patrimonio che ha radici antichissime come ha sottolineato l'agnono Mario Dottore nel proprio contributo allo speciale su Strongoli del periodico a diffusione regionale "Il CalabrOne". Lo studioso osserva come "sulla base di riscontri oggettivi, in senso spaziale e temporale quanto in modo singolare e preminente, si è fisiologicamente materializzato, per così dire, una sorta di percorso culturale segnato a Strongoli da vetuste vestigia giustapposte a recenti impianti vincoli che ben rappresentano quella continuità storico economica di una coltura mediterranea nella tradizione e trasmissione di un sistema di qualità".
Francesco Rizza