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UN COMUNE ALLA VOLTA: Crucoli.




Il nome di Crucoli, proverebbe dal termine latino 'ocruculum' che ha il, RAD significato di 'piccolo monte'. Al Centro storico, una volta noto per il suo artigianato come quello tessile, si è aggiunta a metà del Novecento la Frazione marina di Torretta di Crucoli. L'area cittadina, dopo essere abituata da popolazioni italiche che hanno lasciato qualche traccia relativa alla 'Età del Bronzo', fu interessata dalla presenza dei coloni provenienti dall'antica Grecia già in età arcaica. Nell'Evo magno greco, nel suo territorio il torrente Fiumenicà, rappresentava fino al 510 Avanti Cristo il confine fra quelli di Sibari e di Kroton. Le tracce archeologiche più consistenti nella zona sono quelle della dominazione romana, quando in quest'area sull'antica arteria viaria era situata la 'mansio' di Paternum nei pressi di Torretta. Poco chiara la presenza, nello stesso territorio, la presenza di una diocesi di cui si parla solo nei 'Regesti' dei Romani pontefici, che parlano di un 'Abundantio Episcopo civitatis Paternensis' che avrebbe partecipato alConcilio di Roma del 680 e poi inviato da papa Agatone al Concilio Ecumenico III di Costantinopoli del 680. Nell'Alto Medioevo Paternum fu distrutta dalle incursioni dei Saracene ed abbandonata tra i secoli VIII-IX, durante il periodo dell'impero bizantino. Gli abitanti si rifugiarono nell'entroterra di Crucoli e a Cirò. Probabilmente, dopo la distruzione e l'abbandono di Paternum, una parte degli abitanti si rifugiò su un'altura di difficile accesso dalla costa, e nascosta dalla vista dalle imbarcazioni degli invasori, con difese naturali costituite da ampie pareti di arenaria, e con aree coltivabili e sorgenti idriche facilmente raggiungibili. Scrve Pericle Maone, che un buon numero di abitanti arrivarono al tempo in cui Monaci di Rito greco gestivano la Chiesa del Santo Salvatore di Monte che avevano ricevute donazioni di terre nel territorio della Diocesi di Umbriatico, per fondare una mansio per "ripopolare, sul promontorio dell'Alice, a monte dell'attuale Cirò Marina, il castro o borgo fortificato di Alichia". Diventato re di Napoli Carlo I d'Angiò, per ricompensare i cavalieri che lo avevano aiutato nella conquista dell'Italia meridionale assegnò anche il feudo di Crucoli chre nel 1269 appare nei 'Registri Angioini'. La 'Torretta' intorno alla quale sorse la Frazione marina fu costruita dai feudatari di Crucoli, al tempo delle incursioni turche sulla Costa joniche, dopo il saccheggio di Crucoli del febbraio 1577 ed aveva sia il compito di difendere le tenute marittime del feudo ed il luogo nel quale avveniva l'imbarco del grano, che i feudatari vendevano ai mercanti napoletani.

Francesco Rizza

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