Un'Apocalisse lunga un chilometro. È la sfida di Enrico Mazzone oriundo petilino in Fillandia.

Un chilometro di carta per raccontare la "Apocalisse" di san Giovanni. Nato a Torino nel 1982, da emigrati originari di Petilia Policastro, Enrico Mazzone attualmente vive in Fillandia e si è lasciato in questa nuova sfida dopo aver completato l’illustrazione più lunga mai realizzata della "Divina Commedia" che, intitolata "Rubedo" è un rotolo di carta di 97 metri di lunghezza per 4 di altezza, realizzata in 5 anni di lavoro consecutivo; utilizzando 3 quintali di carta e 6.000 matite. Mentre "Rubedo" è in un tuor espositivo fra la Fillandia e l'Italia, nello scorso maggio, Enrico ha iniziato la sua nuova avventura artistica che necessiterà di 20 quintali di carta nera Vantablack, che verranno forniti dalla cartiera Koehler di Oberkirch, in Germania divisa in quattro moduli da 250 metri l’uno di carta, con fogli dell’altezza di tre metri. Per il prossimo mese di ottobre è prevista una prima mostra/laboratorio nella Casina Vanvitelliana di Bacoli, sul lago Fusaro, ospiterà incontri didattici tramite visite infrasettimanali da parte degli studenti, percorsi PON in sede scolastica o in Dad, visite pubbliche e istituzionali. Come è nata l'ispirazione della nuova opera? È lo stesso Artista a raccontarlo. "Un giorno a Genova incappai passeggiando nel Cimitero Monumentale di Staglianò, mi lasciai trasportare dalle statue arcaiche e camminando tra le arcate del primo ampliamento avvertii una drammatica sensazione di silenzio, in attesa di un prossimo catastrofico evento".

Ad ispirarlo, "l’attrito dinamico della statua della Tomba Pizzorni che rapisce l’osservatore e lo pone in una condizione di sottomissione. La statua, nel suo complesso, è slanciata verso il basso e tale posizione mi ricordò una versione quasi mefitica della Nike di Samotracia. Attanaglia e non passa di certo inosservata, grazie anche al calcare che incide la personalità, facendola quasi ansimare. Probabilmente tramite un operazione di catarsi, ebbi la soluzione per digerire e superare lo shock avvenuto , dando appunto un’immagine a tinte forti della caducità dell’opera danneggiata”. Sarà possibile gustare le due opere a Petilia? Alle volte sognare non fa male.
Francesco Rizza