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Sobrietà e condivisione connotino le feste patronali. Lo chiede mons. Panzetta.





Sobrietà e condivisione: sono queste le direttrici che mons. Angelo Raffaele Panzetta, vescovo di Crotone e Santa Severina, ha proposto al discernimento per le feste patronali che, dopo l'esperienza del covid, stanno tornando alla normalità. "Un aspetto consistente della pietà popolare - ammette mons. Panzetta - è costituito dalle feste religiose che animano il cammino spirituale e sociale delle nostre comunità. Per un corretto vissuto di queste iniziative, ho pensato di offrire alcuni orientamenti per un cammino ecclesiale consapevole e responsabile. Per cui, dopo aver ascoltato il Consiglio Presbiterale, vi offro alcuni criteri di riferimento, una proposta che affido al vostro discernimento e anche un’indicazione normativa. Queste indicazioni siano tenute in gran conto da tutti, soprattutto dai parroci, dai consigli pastorali e dai comitati che si costituiscono per l’organizzazione delle feste. I criteri fondamentali per organizzare le feste delle nostre comunità sono tre: l’attenzione all’evangelizzazione della pietà popolare; la sobrietà per vivere la festa con la responsabilità di comunità che usano con discernimento il denaro; la solidarietà per vivere la gioia di condividere con i poveri, soprattutto per chi ha perso tutto nella guerra, come tanti fratelli Ucraini". In un altro passaggio della propria lettera, l'arcivescovo spiega che "la scelta di sobrietà e in vista della condivisione, anche per rispetto nei confronti dei numerosi profughi ucraini, per i quali i botti ricordano il dramma del fragore delle bombe che sta distruggendo il loro paese, quest’anno le comunità potrebbero sospendere la programmazione dei fuochi pirotecnici. Si tratta di una scelta (già adottata spontaneamente da alcune parrocchie) che mi pare degna di essere presa seriamente in considerazione da tutti. In ogni caso, penso che sarebbe difficile da sostenere eticamente anche la scelta, operata in tempo di crisi e di povertà diffusa, di “bruciare” somme consistenti di denaro anche per luminarie dispendiose o per spettacoli che risultino economicamente troppo onerosi". Anche a tal fine, nella lettera pastorale distribuita alle parrocchie, mons. Panzetta aggiunge che "l'indicazione normativa, che deve essere rispettata in tutte le feste religiose, è la seguente: una percentuale dell’intera somma, pari al 10% delle offerte raccolte per la festa, dovrà essere destinata alla caritas parrocchiale, attraverso la quale la comunità avrà la possibilità di fare in modo che la gioia festiva si trasformi in concreta solidarietà con i poveri del territorio e più ampiamente con le esigenze del mondo".

Francesco Rizza



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