"Sistema Petilia" difesa soddisfatta.

Nel processo "Sistema Petilia" esprimono soddisfazione i legali della difesa a margine della seconda udienza preliminare svoltasi in Tribunale, stamane 28 aprile. Con una nota stampa, infatti, Vincenzo Ioppoli, Cesare Placanica, Vincenzo Cardone e Giovanbattista Scordamaglia, difensori di fiducia di Nicolazzi Amedeo, Ierardi Vincenzo e Rocca Sebastiano evidenziano come "prendiamo atto che nel corso dell’udienza preliminare di oggi il Pubblico Ministero ha modificato il capo di imputazione c) riqualificando il fatto nella ipotesi di cui all’art. 323 c.p. (abuso di ufficio) anziché nella più grave ipotesi di cui all’art. 319 ter c.p. (corruzione in atti giudiziari) e siamo ovviamente soddisfatti in quanto l’Ufficio di Procura, anche alla luce della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione in sede cautelare, ha dovuto ammettere l'impossibilità di configurare nel caso di specie il reato di corruzione. Siamo convinti che non sussita neppure il reato di abuso d'ufficio e ciò non solo per l'inutilizzabilità delle intercettazioni telematiche già stabilita dalla Corte di Cassazione ma anche per l'assenza degli elementi costitutivi di tale delitto, e riteniamo di poterlo dimostrare già all'udienza preliminare". Evidentemente per un giudizio definitivo sulla vicenda giudiziaria che da oltre un anno furoreggia nella cittadina dell'Alto Marchesato Crotonese e che poco più di un anno fa' ha decapitato l'Amministrazione comunale cittadina, ma alcune situazioni della vicenda iniziano ad essere chiare a quasi tutti: qualcosa certamente non è andata come doveva facendo sorgere, intorno alla vicenda, più di qualche dubbio. Ci riferiamo, nello specifico, al vilipendio cui da circa due anni sono stati sottoposti alcuni cittadini che allora non erano neppure indagati per la diffusione, ad indagini ancora aperte, di ampi stralci delle intercettazioni che stampate in un pdf hanno fatto il giro del mondo in meno di 80 giorni. A chi conveniva la fuga delle stesse intercettazioni dal Tribunale e la loro pubblicazione, a cadenza quasi quotidiana su un quotidiano a tiratura negionale? Evidentemente, a bocce ferme ed a processo chiuso, occorrerà fare chiarezza anche su questo aspetto della vicenda che non consideriamo secondario. I processi, infatti, devono svolgersi nei Tribunali, non nei crocichi delle strade, sui social ed in qualche locale più o meno privato. Oltre che la privacy di coloro che sarebbero diventati indagati, è stato il rispetto delle regole la prima ed importante vittima dell'intricata vicenda.
Francesco Rizza