Scuole aperte nonostante il covid, Voce ed altri cinque sindaci calabresi spiegano il proprio perché
Nella giornata di ieri aveva fatto molto scalpore la decisione di Vincenzo Voce, sindaco di Crotone, di non prolungare la chiusura delle scuole dopo le vacanze natalizie a causa del covid. Nella giornata di oggi oggi, invece, si apprende che sono sei le grosse città calabresi che hanno assunto questa decisione. A Voce, infatti, si sommano Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, Franz Caruso sindaco di Cosenza, , Paolo Mascaro sindaco di Lamezia Terme e Marcello Manna primo cittadino di Rende. A margine di un confronto in video conferenza organizzato dal sindaco di Rende che è pure

presidente di Anci Calabria, è stato diffuso un documento in cui gli stessi Sindaci hanno spiegato il proprio punto di vista. “A seguito delle dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale e della mancanza di una linea univoca dettata a livello regionale - scrivono - come sindaci delle città capoluogo e delle città più popolose della regione che ancora non avevano maturato una decisione rispetto all’eventuale ‘tentativo’ di emissione di un’ordinanza di sospensione della didattica in presenza abbiamo avvertito l’esigenza di riunirci per aprire un confronto e condividere una linea comune rispetto ad un argomento tanto importante. Tale esigenza è motivata soprattutto dall’impatto che le ordinanze di sospensione della didattica in presenza hanno avuto ed avrebbero nei comuni più grandi, laddove insiste una più ampia gamma di scuole sia in termini numerici che di tipologie, quindi nel massimo rispetto di tutti i colleghi che, a prescindere dalla latitudine e dalla demografia, hanno già emanato provvedimenti in tal senso”. Nel prosieguo del documento si aggiunge che con il primo decreto del nuovo anno, entrato in vigore da poche ore, il Governo, oltre a confermare come la sospensione generale della didattica in presenza sia contemplata esclusivamente in zona rossa e la Calabria, aggiungono è ancora in zona gialla. Lo stesso Governo, evidenziano, ha emanato “direttive precise rispetto proprio alla gestione della didattica. In particolare risulta già prevista la sospensione della didattica in presenza, e la conseguente attivazione della Dad per dieci giorni, in caso di positività di un alunno per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, di due alunni per quanto riguarda la scuola primaria di primo grado e di tre alunni per quanto riguarda gli altri istituti, oltre a sancire ulteriori norme correlate alla vaccinazione della popolazione scolastica. Alla luce di queste disposizioni e delle esperienze pregresse anche recenti è evidente, per altro, come alla luce di un eventuale ricorso al Tar da parte di qualsiasi cittadino in disaccordo con l’eventuale decisione, produrrebbe l’immediata sospensione da parte del giudice amministrativo senza neanche offrire alle Amministrazioni la possibilità di contraddittorio. Per tale ragione - aggiungono - abbiamo deciso, in questa prima fase successiva alle festività natalizie, di non emanare alcuna ordinanza di sospensione che modifichi l’assetto stabilito dal Governo e che del è in vigore in tutta Italia. Ovviamente tale decisione condivisa, certamente difficile come sempre quando si tratta di didattica in relazione all’emergenza pandemica, sarà costantemente valutata sulla base dei dati forniti dalle Asp e della evoluzione quotidiana della curva pandemica, ed è stato già fissato un nuovo tavolo di confronto da tenere mercoledì prossimo”.
Francesco Rizza