Scorie crotonesi, l'11 febbraio interrogazione parlamentare di Elisabetta Barbuuto (M5S).

Sarà discussa giorno 11 febbraio l'interpellanza che Elisabetta Barbuuto parlamentare del M5S ha rivolto al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani "per denunciare ulteriormente - riporta un comunicato - la situazione ambientale di Crotone e chiedere quali provvedimenti intendano adottare nell’immediato sia per nominare il commissario alla bonifica, un'attesa di quasi quattro anni, sia per per scongiurare che il territorio venga definitivamente consegnato ad iniziative imprenditoriali che, lungi dall’assicurare sviluppo e occupazione, costituiscono solo il veicolo a beneficio di pochi privati e, sicuramente, non della comunità crotonese nella sua interezza". Inutili, a detta della Barbuto, le richieste rivolte al Ministero per discutere " la delicata tematica crotonese ed infine mi sono decisa a rinnovare, mediante il suindicato atto di sindacato ispettivo, tutte le istanze che negli anni ho rivolto al Ministero della Transizione ecologica senza ottenere risposta se non delle generiche, quanto inattuate, rassicurazioni in merito alle iniziative che sarebbero state adottate per la tutela ambientale del nostro territorio". "Nell’interpellanza - aggiunge la Barbuto - ricordo tutte le iniziative che nel corso degli ultimi anni hanno interessato il territorio crotonese, dalla tematica dei rifiuti al paventato rigassificatore ma , in particolare nel frangente, mi soffermo sui progetti degli impianti eolici offshore presentati dalla Minervia vento e dalla Repower renewable, che, oltre a costituire un attentato alla salute del nostro mare e alla bellezza delle nostre coste , mal si conciliano con quanto stabilito dalla Risoluzione del Parlamento Europeo sull'impatto provocato sul settore della pesca e avverso i quali hanno già palesato la loro contrarietà le amministrazioni di Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro e la Commissione Straordinaria di Simeri Crichi, analogamente a quanto annunciato dalle commissioni Ambiente e Territorio del comune di Catanzaro". "Non è possibile celarsi, infatti - sostiene ancora Barbuto - dietro lo scudo della transizione ecologica per continuare a giustificare ripetuti attentati ad un territorio che ha già pagato troppo, in termini di inquinamento ambientale e paesaggistico, ma anche di salute, anche a causa dello smisurato numero di impianti eolici già funzionanti sulla terraferma che vedono la provincia di Crotone ai primi posti in Europa per numero di pale in esercizio e per la realizzazione dei quali vi sono state numerose indagini da parte della Procura Distrettuale Antimafia a causa dell’ 'interessamento' della ‘ndrangheta. Il tutto come se non bastassero già i giacimenti di metano che, da decenni, Eni sfrutta davanti alla costa crotonese, con la presenza di quattro piattaforme e un centinaio di bocche di pozzo e con irrilevanti ricadute economiche per i residenti, ma che, al contrario, limitano fortemente l’attività delle imprese di pesca e turistiche, che rischiano inevitabilmente di essere compromesse in misura maggiore a causa della realizzazione dei citati impianti eolici offshore, altamente impattanti sull’ecosistema e il paesaggio”.