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Petilia, le inchieste e la "sindrome da Robespierre".


Dapprima fu l'indagine "Eleo" sulla 'ndrangata che secondo gli inquietanti spadroneggava nella Sila cotronellara con delle diramazioni importanti nella frazione petilina di Pagliarelle e quindi l' indagine "Modello Petilia" che avendo coinvolto il primo cittadino Amedeo Nicolazzi, il suo vice Vincenzo Ierardi e l'ex consigliera di maggioranza Francesca Costanzo che ha patteggiato la propria posizione. Ad otto mesi circa dall'aprile 2021 quando buona parte dei Consiglieri di maggioranza dimettendosi hanno sciolto laa civica Assise guidata che, con la coalizione "Petilia Prima di Tutto" guidava dal 2021 la città dell'Alto Marchesato, la stessa inchiesta sembra svuotarsi. La Corte di Cassazione cui si erano appellati Vincenzo Ierardi e Sebastiano Rocca, rispettivamente vice sindaco ed ingegnere comunale che nell'aprile 2021 erano stati allontanati dalla Provincia ha motivato la bocciatura delle stesse misure cautelari con un duro documento stilato da Riccardo Amoroso, consigliere estensori ed il presidente Pierluigi Di Stefano. A loro detta, come riportavamo a margine della notizia nella serata di ieri 29 dicembre, "l'annullamento si estende all'ordinanza del GIP che, per effetto delle rilevate carenze dei presupposti necessari per l'adozione della misura cautelare, non può più rivivere per effetto dell'annullamento senza rinvio dell'ordinanza del riesame". Attesa dunque, per un processo che potrebbe terminare per buona parte degli imputati ancor prima di nascere. Si svolgerà, infatti, alla fine del prossimo aprile la convocazione in Tribunale delle parti interessate da parte del Gup. A prescindere dalla prosecuzione degli atti giudiziari, le due indagini hanno rappresentato una delle pagine più dure della politica policastrese. Non perché negli scorsi lustri la politica petilina non avesse registrato indagini e condanne, ma per il clima pesantissimo che sulle stesse indagini si è registrato nella cittadina dell'Alto Marchesato Crotonese. A riscaldare il clima politico le numerose intercettazioni che uscite illeggittimamente dagli uffici giudiziari mentre le indagini erano ancora in corso hanno spadroneggiato con i loro pdf il chiacchiericcio cittadino trovando spazio, al di là di ogni deontologia, sulle pagine di un noto quotidiano a diffusione regionale. Legittimando la stessa illegittimità, l'allora minonaranza consiliare ha deciso di utilizzare le stesse intercettazioni per chiedere le dimissioni del sindaco Nicolazzi e della sua maggioranza producendo non solo la reazione della maggioranza col Sindaco che si è difeso nella stessa seduta consiliare ma anche le immediate dimissioni di un consigliere della stessa minoranza "stanco dello schifo" registrato nella politica cittadina. Ecco perché, a nostro parere, se la giustizia e la legalità devono essere ripristinate, magari senza perdere ulteriore tempo, compito della politica cittadina dovrebbe essere, ancor prima della gestione della cosa pubblica, una ripacificazione fra le parti avverse che, al di là di ogni conssociativismo e di ostracismi più o meno lampanti, consenta alla società civile che ancora esiste a Petilia Policastro di ritrovarsi ed alle parti avverse di confrontarsi. Che senso ha, infatti, svolgere le sedute del Consiglio comunale nelle ore pomeridiane ed in streaming per consentire la partecipazione del pubblico se da più settimane la maggioranza del sindaco Simone Saporito non ritiene di dover rispondere neppure con un diniego alla richiesta da parte della minoranza dell'istituzione di una tenda triage? È questa la "rinascita" di Petilia Policastro? Veramente si stà ritornando a qualche lustro fa' quando dopo essersi imbavagliata in una azione dimostrativa nel circolo del Partito Democratico, l'intero gruppo di minoranza ha deciso di dimettersi dalla civica Assise? Si tratterebbe, a nostro parere, di un evidente caso di "sindrome da Robespierre" di cui nessuna democrazia ha bisogno.

Francesco Rizza

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