Petilia: laboratori di arte a vico Leone. Perché no? Ecco la sfida di Giuseppe Caruso.

Alcune casette abbandonate di vico Leone, nel cuore del centro storico di Petilia Policastro, più fortunate di quelle della Rupa che insieme ai cumuli di rifiuti ogni tanto prendono fuoco nel degrado che le circonda, potrebbero diventare un laboratorio artistico a cielo aperto. È questo il sogno di Giuseppe Caruso, docente d'arte formatosi fra Catanzaro, Firenze e Berlino, che da poco più di un anno ha iniziato ad affrrescare con alcuni murales le pareti esterne della scuola di lingue "Efe" della consorte Manuela Arminio. Ecco apparire così una donzella che ristora, innaffiandola, la palma piantata un paio di anni fa. Poco più sotto un arabesque ispirato alle favole della raccolta "Mille ed una Notte" e poco più sopra un panorama dalle case bianche ed i tetti rossi in cui, non solo per la "Timpa della Serpa", è possibile riconoscere il centro storico cittadino. Un po' per finanziare il proprio progetto ed un po' per promuoverlo in una riuscita operazione di marketing, lo stesso panorama è stato stampato su alcune magliette ed alcune tazze che è possibile acquistare a modico prezzo. Consentendo agli emigranti che anche se in numero minore rispetto agli scorsi anni sono rientrati a Petilia Policastro di ripartire portandosi dietro un caratteristico souvenir. Nel frattempo Giuseppe ha riaperto illocale che ospitava il frantoio della famiglia Scalise ed ha avuto in dono dalla famiglia Foresta alcune stanzette. Ancora è troppo presto per immaginare cosa Giuseppe vi realizzerà nei prossimi mesi, ma una cosa è certa:saranno dei luoghi a disposizione della creatività e delle nuove generazioni, mentre un altro murales è stato già progettato e prenderà forma nelle prossime settimane. Intanto, nelle ore serali, Giuseppe e Manuela si confrontano con alcuni concittadini che in vico Leone hanno iniziato ad informarsi sui progetti del poliedrico Artista. Chissà se in una di queste sere non convincerà il padre Gino, docente di filosofia in pensione, a scendere con la propria chitarra ed allietare i presenti con la propria interpretazione dei brani di Battiato o con i suoi testi che, nei lustri scorsi, sono stati registrati in un disco in vinile ed in un piú moderno cd. Noi la nostra proposta l'abbiamo lanciata. "Un paese - ama ripetere Giuseppe - non è come lo vivi, ma come lo vivi" e se negli scorsi lustri la politica cittadina avrebbe dato spazio a qualche artista al posto dei millanta politici di professione, forse il miracolo sognato da Giuseppe avrebbe potuto compiersi anche al di là dello stretto scenario vico Leone; non consentendo di nascere al brutto assoluto di interi quartieri abusivi concausa di questo scempio idrogeologico che è fra i maggiori problemi della cittadina.
Francesco Rizza