Parco nazionale "matrigna" per il Crotonese?

“Il turismo delle radici” grazie alla collaborazione fra il Parco nazionale della Sila ed alcuni Comuni, almeno quelli più virtuosi, non solo è possibile; ma può portare ottimi frutti. Se ne dice convinta in un comunicato stampa Rosaria Sucurro, sindaco di San Giovanni in Fiore (Cs) a margine della presentazione del volume Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia, redatto da Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera nell’ambito di un progetto dell’Università della Calabria, con il contributo del ministero degli Affari esteri. “Per lo sviluppo della Calabria è utile investire sul turismo delle radici, legato alla memoria e all’affezione degli emigrati rispetto alle loro origini”. La stessa Sindaco evidenzia entusiasta che “per lo sviluppo della Calabria è utile investire sul turismo delle radici, legato alla memoria e all’affezione degli emigrati rispetto alle loro origini”. Se questo è ciò che avviene nell’ area cosentina della Riserva naturalistica della Sila e quasi altrettanto si registra nella provincia di Catanzaro, anche ad alte latitudini il Marchesato crotonese continua ad essere fanalino di coda con i suoi territori completamente emarginizzati dalla programmazione del Parco. Certo, alcuni interventi grazie prevalentemente alla caparbietà di alcuni Amministratori locali sono stati finanziati dallo stesso Ente ma ciò che il Crotonese ha sino ad oggi ottenuto non può certamente essere confuso con interventi capaci di produrre un vero e proprio turismo. Si pensi, solo per fare un esempio, alla ciclovia della Sila con gli affascinanti percorsi per bici sui quali la Riserva naturalistica ha investito programmazione e fondi e che a mala pena sfiorano la provincia del Crotonese. Eppure i Comuni di Savelli, Cotronei, Petilia Policastro e Mesoraca al momento della perimetrazione del Parco sono stati ben contenti di dare ampie percentuali del proprio territorio naturalistico allo stesso Parco. Se Cotronei in questo settore è un’isola felice a causa di vari imprenditori privati che nel corso dei decenni hanno avuto il coraggio di investire fondi propri; almeno per quanto riguarda Petilia Policastro l’attività dei privati è resa difficoltosa a causa delle pessime condizioni della viabilità cui anche la provincia di Crotone dovrebbe guardare con più attenzione. Basta pensare al parco avventure che alcuni privati hanno coraggiosamente inaugurato nel 2018 investendo, passione, programmazione e fondi propri lamentando ancora oggi le condizioni di una strada provinciale che più che un’arteria verso un villaggio turistico sempre un percorso di guerra. Cambierà qualcosa nel prossimo futuro nel Marchesato crotonese almeno per quanto riguarda il turismo montano? Evidentemente non tutto dipende solo dall’attenzione che gli Enti sovra comunali rivolgeranno al nostro territorio ma anche dall’approccio che la popolazione del Marcheato crotonese ed i suoi Amministratori continueranno ad avere con il Parco, la Regione e la Provincia. Quanto chiederemo loro di volere più bene al nostro territorio?
Francesco Rizza