Offese ad un giornalista in Consiglio comunale. Non occorre disturbare il manovratore.
Aggiornamento: 4 apr 2022

Nuovo attacco al dissenso, a Petilia Policastro, contro quel diritto di cronaca che alll'Amministrazione comunale del sindaco Simone Saporito ed ad ambienti a lui vicini sembrano fumo negli occhi. Il Consiglio comunale di oggi, primo aprile 2022 doveva essere per la neo Amministrazione comunale un momento di festa, ma per una rabbia che non si capisce in un Amministratore che ritiene di operare bene, al primo Cittadino che stava relazionando sui risultati dei propri primi 100 giorni è venuta la voglia di ingiurare un cronista non solo per i suoi articoli, ma anche per le sue abitudini personali che ad un Sindaco non dovrebbero imoportare molto. Ovviamente, però, senza nominarlo ed ovviamente senza aver precedentemente chiesto ai giornali ed ai portali in cui il cronista avrebbe pubblicato il falso di rettificare le notizie ritenute errate. Perché contare gli aperitivi al cronista per delegittimarlo è preferibile a rispondere sui 150 mila euro di contributi per i servizi sociali perduti o sul milione e 400 mila euro che il Comune rischia di perdere se non si fanno partire velocemente i lavori, già appaltati da chi c'era prima di loro, relativamente al restauro del Municipio vecchio. E sul bando della mensa scolastica che non si è fatto nemmeno adesso che l'aggiudicazione di più mesi é terminata? E su il processo "Eleo" davvero possiamo accettare la tua debole spiegazione? No signor Sindaco, non mi stai convincendo come Amministratore e con questi atteggiamenti e continuerò a scriverne. Se a te va bene puoi continuare a lavorare così. D'altronde il pubblico dei tuoi fans continua a sorridere ed ad applaudire alle tue ingiurie in Consiglio comunale contro il "nemico comune" e ciò può bastare per aumentare l'adrenalina. In vero, anche se proveniente dal Signor Sindaco, il brutto attacco contro un privato cittadino sarebbe dovuto essere interrotto dal Presidente del Consiglio comunale, ma se parliamo di declino della democrazia, non possiamo pretendere alcuni scatti di orgoglio in difesa delle Istituzioni. Trasformare una seduta di un Consiglio comunale in un palcoscenico in cui dileggiare i non allineati, evidentemente, è una nuova conquista del regime dominante cui dovremmo abituarci. Nei mesi scorsi, quando sullo stesso cronista (il sottoscritto) cui era stato chiesto di interrompere il volontariato che gratuitamente svolgeva nella Biblioteca comunale, erano circolate alcune voci secondo le quali si era venduto circa 20 mila euro di libri. Anche se questa voce fosse solo arrivata alla Amministrazione comunale, mi sarei aspettato una lettera con cui si fosse chiesto ragione di queste illazioni, ma ovviamente non è arrivata. Alle accuse per iscritto anche se solo riportate, infatti, occorre accludere le prove. A quel venticello che è la calunnia, invece, non occorre aggiungere altro. Basta lanciare il proprio pugno di mosche nell'aria e bastano loro a fare il gioco sporco. Ecco la differenza tra me e te. Io le cose le scrivo, tu al massimo le lasci immaginare o le dici davanti alle telecamere ed ai tuoi amici. Questione di stile. Nelle scorse settimane avevo scritto che a Petilia si registra un clima di paura, oltre alla minaccia di uno zio del Sindaco che, in pubblica piazza, dinnanzi a testimoni mi aveva detto "ti spezzo le braccia e ti lascio come un pinguino". Anche allora avevo reagito col silenzio, per nulla intimorito. Ho, infatti, uno stile di vita che non mi consente reazioni folcloristiche a tali comportamenti demenziali. Una reazione, però, questa volta me la devo permettere. Anche se a malincuore. Negli scorsi giorni avevo detto all'ex bibliotecario Giuseppe Luchetta (io i nomi li faccio) che gli avrei dato una mano per consentire al Comune di partecipare al "Decreto Franceschini" con l'acquisto di alcuni libri per la Biblioteca. Pare, infatti, che i funzionari e gli Amministratori non abbiano il tempo di fare ciò che, da volontario non retribuito, avevo fatto con altri volontari lo scorso anno. Se poi dopo che abbiamo lasciato la Biblioteca quei libri sono spariti è qualcosa che non mi riguarda. Io li ho lasciati nello stanzino che utilizzavo. A questo punto, caro Luchetta, ritiro la mia disponibilità a collaborare e domani non aspettarmi all'incontro che avremmo dovuto avere in Biblioteca col prof. Francesco Cosco. Se proprio hai stima di me, non tenere neppure conto degli elenchi dei libri che giusto oggi ti avevo mandato. D'altronde a te che hai una esperienza trentennale di bibliotecario i miei suggerimenti servono poco e per la mia collaborazione, qualcuno dovrebbe ingerire tonnellate di malox o valium. Credimi: non serve.
Francesco Rizza