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Mimmo Lucano: "pronto a ricandidarmi Sindaco di Riace".





"Il processo d'appello dovrebbe concludersi nel giro di un anno e mezzo, fra due anni voglio candidarmi a sindaco di Riace". Non si sente sconfitto e non è pronto a ritirarsi dalla scena politica, Mimmo Lucano che col "modello Riace" ed il processo non ancora terminato è, probabilmente, il primo Cittadino più famoso della cittadina dello Jonio: uno dei Borghi calabresi fra i più Belli d’Italia. In attesa della fine del processo, dopo essersi candidato al Consiglio regionale nelle liste che appoggiavano il candidato presidente Luigi De Magistris, Lucano è pronto a girare una serie su "Netflix" e pensa a comprarsi delle capre. Lo confessa all'invito de "La Stampa" appositamente sceso da Torino per intervistarlo. "Potevo farmi eleggere al Parlamento Europeo - aggiunge - in molti mi hanno offerto la candidatura. Sono nulla tenente a parte una vecchia Giulietta. Vivevo con l'indennità di Sindaco da 1050 euro al mese. La mia era una missione. Quindici anni si danno per omicidio". Per Mimmo Lucano un Magistrato ne ha chiesto una condanna di 13 e mezzo, ma l'ex Sindaco Riace se non riesce a portargli rancore. "Ci siamo guardati negli occhi" racconta ed aggiunge "il processo nel merito non c'è stato. Ho fatto delle carte d'identità false - ammette - pagandole a mie spese per non buttare in mezzo alla strada delle persone. Riace era l'incubo di Salvini. L'unica cosa cosa per cui mi sento in colpa è la mia famiglia. Sono andati via, ho sbagliato nei confronti dei miei figli e di mia moglie". Le indagini nei suoi confronti hanno avuto un prologo poco chiaro. Tutto, racconta, sarebbe iniziato perché "un piccolo commerciante vicino ad ambienti mafiosi, una persona violenta, che poi ha sconfessato se stesso e ritirato la accuse. Ma quella denuncia completamente falsa ha scatenato l'inchiesta, assieme all'ispezione della Prefettura". La Calabria democratica che si indigna per storie come questa aspettano l'epilogo dei fatti, insieme a Riace "Capitale della Accoglienza" i cui Patroni celesti sono i "Santi Medici" Cosma e Damiano: stranieri anche loro, che curavano gratuitamente i malati più poveri.

Francesco Rizza

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