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La Piana di Gioia Tauro ed i suoi sfruttati. Nuovo incendio nella baraccopoli di San Ferdinando.




Anche questo 2022 continua con la tragedia, vergognosa in uno Stato che si dice civile, delle pessime condizioni della baraccopoli dei migranti di San Ferdinando. Nel silenzio quasi assoluto dei mass media venti baracche sono state avvolte dal fuoco e sono andate distrutte. Anche grazie ai Vigili del Fuoco, non ci sono stati feriti e le fiamme non si sono propagate ultimamente. Altrimenti i problemi sarebbero stati immani. Nelle baracche in plastica vicine a quelle andate a fuoco ci sarebbero 15 bombole di gpl e altro materiale, come qualche gruppo elettrogeno a combustibile, che avrebbe potuto pregiudicare l’operazione di spegnimento. L’area colpita dal rogo, di circa 350 metri quadrati, è stata quindi messa in sicurezza. È messa in sicurezza anche la coscienza dei Calabresi? Almeno per quanto riguarda la solidarietà, il nuovo anno non è iniziato bene, ma come evidenzia Rocco Borghese, segretario Flai Cgil Gioia Tauro, "continuerà peggio se non verranno presi seri provvedimenti a riguardo da parte delle istituzioni. Non servono più riunioni o protocolli d' intesa per la risoluzione del problema, ma volontà politica seria per una più degna e diffusa accoglienza nell'interesse di tutti. Continuerà peggio - spiega - se non verranno presi seri provvedimenti a riguardo da parte delle istituzioni. Non servono più riunioni o protocolli d' intesa per la risoluzione del problema, ma volontà politica seria per una più degna e diffusa accoglienza nell'interesse di tutti". Per l'Esponente della Cgil calabrese "non servono mega interventi solo a fini pubblicitari come quello dell'abbattimento della baraccopoli nel lontano marzo 2019, dove le ruspe inscenando film d azioni con a capo l'ex ministro dell'Interno Salvini a fare da direttore dei lavori, fecero vedere al mondo intero che la baraccopoli non esisteva più. Fu allora una manovra azzardata che non portò, come oggi abbiamo potuto vedere, a niente di buono, anzi tutt altro. L'ennesimo incendio nella tendopoli - conclude - è figlio di una totale negligenza da parte delle istituzioni a non voler capire la. situazione". Ad eccezione di qualche associazione di volontariato come la Caritas diocesana in cui opera fra gli altri Vincenzo Alampi che è anche il responsabile regionale dell'Ordine francescano secolare, sino ad oggi almeno nulla mischiato col niente viene messo in campo per gestire la dignità dei migranti. E l'unica attenzione nei loro confronti sembra quella dei "Caporali" che per un tot all'ora comprano queste vite umane pagandole pochi euro all'ora impegnandoli prevalentemente nell'agricoltura. Quello della Piana, infatti, è un territorio fra i più interessanti alla stessa agricoltura per la quale, se non ci fossero i migranti sarebbe difficile trovare manodopera. "Nell’area di Gioia Tauro si vive in condizioni disumane" è questo l'allarme che sulle colonne del quotidiano fiorentino "La Nazione" hanno lanciato i "Medici Per I Diritti Umani". In un articolo di Domenico Guarino, pubblicato lo scorso 28 Dicembre 2021, si apprende che sono circa 600, ammassati nei diversi insediamenti precari dell’area, in particolare nella tendopoli di San Ferdinando, il campo container di Rosarno e i casali abbandonati nel Comune di Taurianova. Sembrano molti? In realtà, spiega il giornalista toscano, sono "un terzo, circa, del solito (ogni anno qui arrivano più o meno 2.000 stagionali) ma non è escluso che tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio si possa assistere ad arrivi consistenti. Di sicuro, secondo i Medici per i diritti umani), qui nella piana di Gioia Tauro le condizioni disumanizzanti e la situazione di sfruttamento per i braccianti sono le stesse degli scorsi anni. Le vittime, in gran parte, giovani uomini provenienti dall’Africa occidentale". “È presente solo un presidio costante dei Vigili del Fuoco nel piazzale limitrofo, ma da agosto 2020 la cooperativa che gestiva la tendopoli dal 2018 ha lasciato il campo per mancato rinnovo del contratto” denuncia ancora l'Associazione medica. Nella scorsa estate, con dei volantini, Nicola Tripodi sindaco di San Ferdinando aveva comunicato ai braccianti, tramite un volantino affisso nella tendopoli, l’obbligo di lasciare l’insediamento entro il 15 agosto, ma in assenza di soluzioni abitative alternative, circa 200 migranti sono rimasti nell’area. “Il campo container di Rosarno invece è stato costruito all’indomani della rivolta dei braccianti del 2010, ma senza prevedere in seguito alcun investimento per il suo mantenimento”. Tanto che i container mostrano già i segni del tempo e richiedono una manutenzione periodica, mentre l’impianto elettrico presenta pericolose problematiche dovute al sovraccarico di corrente. Al momento, secondo le stime di Medu ospita circa 200 persone in condizioni meno precarie. Isolati da tutto, senza alcun tipo di supporto da parte delle istituzioni, i braccianti hanno garantiti solo alcuni servizi essenziali". In Contrada Russo, nel vicino Comune di Taurianova, aggiunge Domenico Guarino "trovano riparo in condizioni disumane, e senza alcun servizio di prima necessità, circa una settantina di braccianti. Qui l’unico punto acqua disponibile si trova a circa cinquecento metri dalle abitazioni, all’inizio di una strada sterrata che in caso di pioggia diventa inaccessibile a causa del fango e delle pozzanghere. Per rifornirsi dell’acqua necessaria per lavarsi e cucinare, i braccianti sono costretti a percorrerla più volte al giorno, trasportando le taniche su carriole o biciclette". Oltre alle difficoltà logistiche, l'associazione dei medici volontari denuncia i ritardi della burocrazia con procedure per il rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno che richiedono tempi spesso biblici: alcune volte si arriva addirittura a due anni dalla richiesta, altre volte il documento ricevuto risulta già scaduto a causa delle lungaggini. Anche le speranze dei braccianti che hanno presentato richiesta di sanatoria nel 2020 sono state deluse: delle 1.550 domande presentate in Calabria da lavoratori subordinati solo il 15% ha completato l’iter di esame a più di un anno di distanza, e meno del 5% ha ricevuto esito positivo. Entro la fine della stagione, per fortuna, continua Domenico Guarino è prevista l’inaugurazione a Taurianova del “villaggio sociale”, finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) della Commissione Europea attraverso il progetto Su.Pr.Eme, con la messa a disposizione di 25 moduli abitativi. Si tratta di un progetto all'avanguardia, fra l'altro in un terreno confiscato alla 'ndrangheta che però allevierebbe le condizioni di vita di soli 120 migranti residenti attualmente alloggiati in Contrada Russo ma che, evidentemente, non è la risposta all' intera problematica. Almeno finché le baracche di San Ferdinando continueranno a bruciare ed i Calabresi, compresi quelli che votano Lega, non ci indegneremo tutti per gli sfruttati nella nostra Regione.

Francesco Rizza

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