Intellettuali, Rupa ed Epifanie a Petilia Policastro.

"Agli amici che, tramite un amico, stanno provando a strapparmi la scoperta della chiesa rupestre della Rupa, sento il dovere di tranquillizzarli: non ci riusciranno. La Sovrintendenza ha già preso contatti con me e chiarito tutto e, presto, ci sarà un ulteriore sopralluogo di funzionari delle "Belle Arti" che dateranno l'affresco. Li informerò, senza ricorrere alla loro stessa meschinità ". Il messaggio di Alberto Fico, docente di storia e filosofia, storico e saggista arriva come un fulmine a ciel sereno su Facebook. Capita così che quella scoperta della chiesa rupestre, che potrebbe trasformarsi in un'epifania per lo sviluppo turistico della stessa Rupa diventa, così, una beffa della Befana nella cittadina del Marchesato. Era lo scorso ottobre quando, al culmine di lunghe ricerche e sopralluoghi di cui sono stato testimone oculare, era arrivata allo stesso studioso la prima ed attesa conferma, materializzatasi nella visita di una architetto e di un archeologo della Sovrintendenza che al termine di un sopralluogo che ha registrato un'ampia gamma di sorprese, alcune dal sapore kafkiano o piranndellianno che dir si voglia. I due esperti, infatti, non solo hanno rassicurato Alberto Fico che aveva visto giusto, ma hanno promesso altri sopralluoghi che, alla faccia del covid, potrebbero registrarsi già nelle prossime settimane. Autore nel 2016 del saggio “Policastro: dall’antichità ai nostri giorni” edito dalla “Book Sprint" che gli è costato più lustri di ricerche in varie biblioteche ed archivi, Alberto Fico è uno dei maggiori conoscitori del centro storico policastrese e della storia cittadina. In molti dovremmo ricordare le sue contestazioni al progetto con il quale nei lustri scorsi per ostruire una balconata rimasta incompiuta perché circondata da mura cadenti un'Amministrazione comunale autoreferenziale affiancata da tecnici farlocchi si è presa la responsabilità di demolire parte delle mura bizantine della cittadina dell'Alto Marchesato Crotonese. Proprio sotto la balconata e nelle case cadenti che la circondano, ormai Alberto Fico è sempre più convinto. Fu questo lo scenario che avrebbe ospitato, in età bizantina, non solo la chiesa rupestre di cui stiamo parlando, ma un'area sacra di rilievo per la bistrattata storia cittadina. La stessa area sacra è, inoltre, collegata come lo stesso Fico già evidenziato nel proprio saggio con una grottalìa che dalla Rupa arriva a località San Demetrio. Ecco perché delle "nuove" scoperte di Alberto Fico, invece di provare a scippargliele come con i giocattoli fanno certi bambini viziati, dovremmo essere tutti felici invece di dover assistere a siparietti che, a mio parere, hanno del patetico. Forse, alla Befana che stanotte è arrivata con la scopa avremmo dovuto chiedere al posto di doni materiali un po' di normalità per Petilia Policastro o, forse, abbiamo fatto bene a non farlo. Avremmo, infatti, rischiato di farci rompere la scopa sulla testa nel sottofondo musicale di fragorose risate: "Che normalità puoi prendendere - immagino questa sua divertita risposta - per Petilia Policastro? Davvero alla tua età sei ancora talmente idealista? Vuoi crescere o no?". Eppure la notizia, accompagnata dalla giusta rabbia, fa davvero male. Particolarmente in una realtà come quella di Petilia Policastro dove ci conosciamo tutti e, particolarmente, fra gli intellettuali (visto che fra i politici non possiamo pretenderlo) avremmo diritto se non alla solidarietà, quanto meno al rispetto reciproco o quantomeno un po' di sana "non belligeranza" che in realtà come la nostra, veramente, non giova a nessuno. Intanto in cambio dei suoi doni, la Befana ha portato con sé le feste. A noi in queste giornate invernali che, nonostante il covid, profumano di primavera l'impegno di essere un po' più buoni come scrivevamo nelle letterine di Natale. O, almeno, quello di aspettare Godot. Magari senza provare il gusto dei "geni quasatori" quando non riusciamo ad impossessati del frutto dei lavori degli altri.
Francesco Rizza