Inquinamento da polveri sottili pure in Calabria. Lo denuncia Legambiente.

Lancia l'allarme per l'emergenza smog in Italia ed in Calabria la Legambiente nazionale. "Su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ossia una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media di 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’N02". Situazione preoccupante anche in Calabria. "Per come emerge dal nostro dossier annuale – dichiara Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – le città calabresi capoluogo di provincia, pur non rientrando nella parte alta della classifica nazionale, presentano quasi tutte un consistente sforamento dei limiti dell’inquinamento atmosferico in base ai parametri di concentrazione media annuale di Polveri sottili (PM10 e PM2.5) e di Biossido di azoto (NO2). Si tratta di dati che destano preoccupazione sulla qualità della vita nelle nostre città e ci impongono la necessità di ridisegnare i contesti urbani a misura d’uomo. Auspichiamo un deciso cambio di rotta delle pubbliche amministrazioni verso una transizione ecologica ormai indispensabile. Pensare a nuovi parchi ed aree verdi, a strade e quartieri liberi dalle auto, all’incentivazione della ciclopedonalità e del trasporto pubblico elettrico, al miglioramento ed adeguamento della rete ferroviaria regionale. Tanti e diversi esempi che non costituiscono un’utopia, ma un modo concreto di tutelare l’ambiente e la salute umana e di recuperare quegli spazi aperti di socialità così essenziali per il benessere, soprattutto nella difficile fase pandemica che stiamo vivendo". Fra le altre richieste degli Ambientalisti quella di incentivare la sharing mobility anche nelle periferie e nei centri minori, realizzare 5.000 km di ciclovie e corsie ciclabili, rendere l’80% delle strade condivise tra cicli e veicoli a motore. Vietare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030(al 2035 per camion e autobus interurbani prevedendo una strategia per il biometano liquido per l’autotrazione) e prevedere lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti. Sul fronte del riscaldamento domestico, serve un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica, con abitazioni ad emissioni zero grazie alla capillare diffusione di misure strutturali come il “Bonus 110%” e che favorisca il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, e a metano nei prossimi anni verso sistemi più efficienti alimentati da fonti rinnovabili. "L'Italia - a detta di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente– deve uscire al più presto dalla logica dell’emergenza e delle scuse che ha caratterizzato gli ultimi decenni fatti di piani, parole, promesse – spesso disattese – e scuse per non prendere decisioni, anche impopolari, per cambiare faccia alle nostre città e abitudini alle persone. L’inquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature con misure integrate messe in campo dal governo nazionale, da quelli regionali e comunali. Nell’ambiente urbano i due settori che incidono maggiormente sono la mobilità e il riscaldamento domestico. Un cambio di paradigma è quanto mai necessario a partire proprio da questi due settori. Per questi motivi, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione ripensando anche gli spazi urbani e da questo punto di vista saranno importantissimi le risorse del Pnrr".
Francesco Rizza