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Indagini sul Narcotraffico internazionale. Coinvolta Pagliarelle di Petilia Policastro.





Un' importante operazione investigativa della Dda di Bologna, in collaborazione con il giudice delle indagini preliminari Alessandro Gamberini e la Guardia di Finanza, ha scoperchiato l'ennesimo vaso di pandora sul Narcotraffico fra la Calabria, l'Emilia Romagna ed il resto del mondo. Associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti con l'aggravante della trasnazionalità, utilizzo di armi e collegamenti con la 'ndrangheta sono le accuse principali che hanno portato all' arresto di 42 persone; la maggior parte in carcere. A detta degli inquirenti, una cosca del Reggiano ed un'altra del Crotonese costituita da esponenti di Cutro, Cirò Superiore e Pagliarelle gestivano il traffico di sostanze stupefacenti fra la Colombia e l'Emilia Romagna. A collaborare con il traffico illecito anche degli infiltrati cinesi cui spettava il compito di "pulire" il denaro guadagnato col traffico illecito. 5 i milioni di euro sequestrati. Fra gli altri arrestati quattro cittadini di Petilia Policastro di Pagliarelle, la Frazione montana al centro dell' inchiesta "Eleo". A finire in carcere Giuseppe Cistaro di 44 anni, Niko Costanzo di 29 anni, Pietro Costanzo di 31 anni e Rosario Costanzo di 59 anni. Secondo gli Inquirenti, Pietro Costanzo era fra i protagonisti dell'organizzazione mafiosa e fra il 2019 ed il 2020 si sarebbe recato più volte in Spagna per cordinare il traffico di droga. Alleati dei Pagliarellari Francesco Silipo, 35 anni, di Locri che, nel corso di un viaggio in Spagna, sarebbe stato "battezzato" entrando organicamente nella 'ndrangheta. Anche in questo processo, a nostro parere, si dovrebbe registrare la costituzione di parte civile dell' Amministrazione comunale di Petilia Policastro così come è avvenuto per il processo "Sistema Petilia" per garantire l'immagine della Cittadina dell'alto Marchesato Crotonese e della sua frazione di Pagliarelle, la gran parte della cui popolazione è aliena a reati e comportamenti fuori legge, con numerosi emigrati in numerosi cantieri europei dove, con il proprio lavoro di minatori, portano alto il nome e l'onore del territorio in cui sono nati.

Francesco Rizza

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