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Inchiesta Jonny, ancora indagato ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno.




Una nuova tegola, relativa all'inchiesta "Jonny" sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta sul centro di accoglienza per migranti Cara di Isola Capo Rizzuto del 2017, si è abbattuta sull'ex sindaco di Isola di Capo Rizzuto Gianluca Bruno e sul funzionario della Prefettura di Crotone Carmelo Giordano, ancora una volta indagati in un nuovo filone dell’inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro. Nuovamente indagato anche Leonardo Sacco, già condannato a 20 anni di reclusione in appello nel processo scaturito dalla prima indagine. Secondo le indagini portate avanti dalla Dia catanzarese guidata da Nicola Gratteri, avrebbe consentito “ai membri dì vertice del sodalizio di poter acquisire lotti immobiliari nel comune di Isola di Capo Rizzato, garantendo loro la compiacenza delle strutture comunali, ponendosi quale figura di riferimento istituzionale capace di interloquire con i diversi enti (in primis Provincia ed istituzioni governative) al fine di garantire alla Misericordia ed ai suoi fornitori il controllo degli appalti serventi il Cara (centro di accoglienza per richiedenti asilo, ndr) ed il recupero dei crediti ivi afferenti, con tali condotte agevolando le attività del sodalizio che risultava rafforzato nella sua capacità operativa e nel conseguimento dei propri scopi”. Giordano, invece, è accusato di corruzione aggravata perché, “dopo che la Prefettura di Crotone sottoscriveva una convenzione con la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia per la gestione del centro per immigrati Sant’Anna di Isola di Capo Rizzato, cosi affidando detta attività alla “Fraternità di Misericordia”, articolazione territoriale locale del predetto ente benefico” avrebbe accettato 10mila euro da Leonardo Sacco, a capo della Misericordia di Isola. In cambio Giordano – nella sua veste di ragioniere in servizio alla Prefettura di Crotone, con compiti anche di gestione amministrativa e contabile dei capitoli di bilancio relativi alle spese per i centri di accoglienza per immigrati – avrebbe omesso “il controllo sul subappalto da parte della Fraternità di Misericordia in favore di imprese terze del servizio di mensa per gli ospiti della struttura”. Immediata la reazione dell'ex Sindaco. "Non intendo anticipare - ha dichiarato - ciò che sarà oggetto di difesa nelle aule di tribunale ma, la mia formazione familiare, culturale e politica mi impone di dover chiarire pubblicamente questi addebiti anche alla luce di quanto pubblicato dai quotidiani locali. Mi sorprende che dopo cinque lunghi anni, precisamente quattro anni 11 mesi e 29 giorni, il mio nome venga accostato a sentenze passate in giudicato quando il sottoscritto a mala pena era nato. È mortificante essere dipinto quale “livello istituzionale” al servizio delle cosche. È l’ipotesi accusatoria peggiore che mi si possa addebitare atteso che il sottoscritto ha scelto sin dalla sua infanzia da che parte stare e cioè quella della legalità e dello Stato".

Francesco Rizza

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