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Inchiesta "Eleo" richieste dal Pm dda 10 condanne.




Inchiesta Eleo: il Pubblico ministero Pasquale Mandolfino ha chiesto al Gup distrettuale della Dda catanzarese dieci condanne contro quella cosca policastrese che sorta nella frazione di Pagliarelle si sarebbe impadronita della Sila cotronellara e, particolarmente, dei villaggi Palumbo e Baffa dove fra fatti di sangue ed estorsioni avevano imposto il proprio racket angheroando numerosi imprenditori e commercianti. Al termine del rito abbreviato, sono questi i primi riusciti dell'inchiesta che, scaturita dal caso di lupara bianca di Massimo Vona nell'ottobre 2018 è prossimo alla sintesi. In particolare, il pm ha chiesto 8 anni e 6 mesi per Salvatore Bruno di Petilia Policastro; 8 anni e 6 mesi per Salvatore Caria di Petilia Policastro; 8 anni e 4 mesi per Giacinto Castagino di Petilia Policastro; 12 anni per Rosario Curcio di Petilia Policastro; 10 anni e 6 mesi per Diego Garofalo di Petilia Policastro; 12 anni per Giuseppe Garofalo di Petilia Policastro; 10 anni e 6 mesi per Mario Garofalo di Petilia Policastro; 8 anni e 6 mesi per Antonio Grano di Petilia Policastro; 10 anni e 6 mesi per Tommaso Rizzuti di Cotronei; 9 anni e 2 mesi per Francesco Scalise di Petilia Policastro. Tra gli imputati del filone processuale col rito ordinario c’è l’ex vicesindaco Francesca Costanzo accusata di concorso esterno in associazione mafiosa. Se ne occuperà il Tribunale penale di Crotone. La stessa Costanzo che ha patteggiato la propria posizione all'interno della inchiesta "Modello Petilia" è al momento l'unica indagata ad aver subito una condanna nello stesso processo. Nel corso delle loro indagini, i Carabinieri del Reparto operativo di Crotone e quelli della Compagnia di Petilia Policastro ricostruirono le fila dell’organizzazione al cui vertice sarebbe stato Rosario Curcio, uno dei pochi capi della cosca petilina che era tornato in libertà dopo aver scontato una lunga detenzione per l’omicidio e il tentato omicidio dei coniugi Carlo Mario Mirabelli e Carmela Garofalo avvenuti nell'agosto 1990. I primi segnali di una recrudescenza criminale si erano registrati appunto dopo la scarcerazione di Curcio – per il quale è stata proposta la pena più elevata, a cominciare dalla ripresa degli atti intimidatori nella località Trepidò, frazione Montana di Cotronei. Sull'omicidio e l'occultamento del cadavere di Massimo Vona è al lavoro con un processo stralciato dalla inchiesta la Corte di Assise di Catanzaro.

Francesco Rizza

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