"I Disobb3dienti" del "Ciliberto" e la loro rivoluzione per la legalità ad Isola.

"Dalla buona terra alla buona tavola" è questo il progetto con il quale ad Isola Capo Rizzuto un fabbricato rurale che è stato confiscato alla 'ndrangheta sarà trasformato ed adibito ad un laboratorio di cucina sociale a chilometro zero. Si sono denominati "I Disobb3dienti" alcuni studenti dell' Istituto tecnico "Mario Ciliberto" con lo scopo di un impegno nel sociale che possa fare economia. Come, in un territorio ad alta sensibilità mafiosa, dove anche la Chiesa andava a braccetto con la malavita, sono riusciti a fare i soci della cooperativa "Terre Joniche". La decisione di scendere in campo "disobbediendo" ad un modo di fare inaccettabile per chi ha determinati valori e sensibilità è spiegato in un comunicato stampa in cui i "Disobb3dienti", partendo da un'analisi del territorio, motivano la propria decisione. In un contesto "in cui le cosche sono divenute sistema di potere" e che avrebbe bisogno da parte dello Stato di una rottura del rapporto fra le classi dirigenti spesso allineate con la mafia" i soci della nuova Associazione portano il promumo delle proprie idealità, tipico della loro giovane età. Per avviare il proprio progetto, i "Dissob3dienti" si sono attivati con un progetto dall'alto valore simbolico. "Una buona ed efficace gestione dei beni confiscati - spiegano - è uno snodo decisivo della lotta alle mafie, perché testimonia la capacità dello Stato non solo di contrastare la ragion d'essere dei poteri criminali, quella di accumulare ricchezze, ma di trasformare una condizione di illegalità in un'opportunità di crescita sociale ed economica". "Buona parte del territorio regionale - aggiungono - è di fatto controllato dalla 'ndrangheta, soprattutto per quanto riguarda aree agricole dismesse, rifornimenti idrici e smaltimento dei rifiuti, tutti elementi che concorrono al conseguimento dell' obiettivo convergenza. Qualcuno potrebbe chiedersi quale sia il punto di contatto fra una indagine sulla 'ndrangata e le politiche di coesione europee, politiche che puntano al rallentamento di aree e territori marginali che devono convergere con ciò che è la realtà economica e sociale dell' Europa unita". Entrando nel dettaglio della descrizione calabrese, "I Dissob3dienti" lamentano anche un pessimo giornalismo "capace di opporre l'efficacia dei dati a narrazioni complici ed omissive. Dopo decenni - si augurano - è arrivata l'ora che i fondi comunitari siano per la Calabria uno strumento per raggiungere un obiettivo certo: la convergenza e non un bene consumo divorato da pochi ed incapace, quindi, di produrre bene comune". Sono queste le rivoluzioni di cui il Crotonese, la Calabria e l'Italia hanno bisogno.
Francesco Rizza