Francesco Giordano : pittore policastrese del XVIII secolo.

Quella di Francesco Giordano che, nel XVIII secolo, fu un pittore policastrese certamente fra i più rinomati del Marchesato crotonese è una figura che, per fortuna, sta riemergendo solo negli ultimi decenni. Nessun cenno sulla sua opera, per esempio, si ritrova nel bolettino bolettino "Siberene" edito dal gennaio 1913 al giugno 1927 dall'Arcidiocesi santaseverinese che fra le sue pagine ha recuperato nelle proprie note varie notizie sulla storia del Marchesato crotonese. Ancora nel 1964 pubblicando il proprio saggio sulla storia policastrese soffermandosi un po' troppo, a nostro parere sulle mitologiche origini di Petelia mons. Domenico Sisca gli dedica appena qualche riga. "Marzano - scrive l'Arciprete e direttore didattico petilino - riferisce che nel 1700 figurava fra i pittorici anche un Francesco Giordano di Policastro che, però, non dovette eccedere se nessuna opera gli sopravvisse". Quella di mons. Sisca sullo stesso pittore fu, evidentemente, una svista. Recentemente restaurato, infatti, è proprio nella chiesa arcipretale petilina l'unico dipinto autografo nella sua cittadina di Francesco Giordano dedicato alla "Sacra Famiglia" su cui Anna Russano Cotrone, nel proprio saggio "Alto Marchesato i monumenti, gli oggetti d'arte e la storia" edito nel 2001 ebbe modo di scrivere che "è evidente la perizia di un pittore non del tutto secondario. Belle le pieghe, i volti e l'impostazione della stessa scena col Bambino che, sporgendosi fra Maria e Giuseppe costituisce un legame affettuoso". Poi, nei primi anni del 2000 il restauro del monumentale castello di Santa Severina e la sua apertura al pubblico dove, al tempo dei Grutther, il Pittore policastrese affrescò I soffitti di numerose sale. Altri suoi dipinti si possono ammirare a San Giovanni in Fiore nella chiesa dei Cappuccini dove aveva dipinto le stazioni della Via Crucis alcune delle quali, purtroppo, furono rubate ed a Mesoraca al tempo degli Altemps. Fra questi, in alcuni dipinti nel coro del convento dell'Ecce Homo hanno a nostro parere delle somiglianze fra alcune figure femminili e la Madonna della Chiesa matrice di Petilia Policastro. In una propria ricerca Francesco Cosco storico della deputazione della storia patria calabrese è riuscito a descrivere almeno per grosse linee la genealogia dello stesso Pittore che nella sua "Chronica" settecentesca padre Antonio Mannarino dell'Ordine minorico collega ad una delle famiglie più importanti della cittadina del Marchesato di Crotone. Le notizie riportate da Francesco Cosco, come egli stesso ammette, "emergono dall’archivio storico del comune di Petilia Policastro, nei cui vecchi registri sono venute alla luce pagine avvincenti e insospettate sul suo albero genealogico. Le si evince dagli atti di morte dei due figli e della moglie avvenuta nel primo mezzo secolo dell’Ottocento". Alcuni anni prima, notizie su Francesco Giordano erano state pubblicate da Franco Filottete Rizza, padre dello scrivente, nelle colonne de "Il Crotonese" è di "Calabria Letteraria" che aveva trovato, questa volta nei registri della parrocchia della Madonna Annunziata l'atto di morte dello stesso Artista. Dalle annotazioni parrocchiali la notizia che produce una certa curiosità è che il Giordano avrebbe vissuto più di 90 anni: una età veramente riguardevole per quei tempi. Nei dipinti del castello di Santa Severina, come dicevamo, numerosi furono i dipinti di Giordano tanto che Cosco si spinge a ritenere il Pittore policastrese sia stato un artista di casa nella corte dei Grutther. "Colori tenui e colori forti - osserva Cosco - in una alternanza armonica. I temi privilegiati furono tratti dalla mitologia greca. Sul cielo del salone è affrescato il " Trionfo dei Grutther": nella parte alta è impresso il loro stemma con presenza di eleenti delle insegne dei Carrara. L’epoca è quella di Pier Mattia Grutther. Nella pittura sono presenti elementi relativi a più epoche: in alto a destra è rappresentato il sole con corona radiale intorno, forse per questo la dea Selene in basso è dormiente. Ma accanto al sole, che potrebbe rappresentare Zeus, sembra rappresentata la Vergine Maria, con aureola stellata, che potrebbe riferirsi ad Era, ed ancora in basso Ermes, messaggero di Zeus. Sovrasta Selene un personaggio particolare che sembra estratto dal mondo romano con in braccio un oggetto somigliante ad fascio littorio".
Francesco Rizza