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Fondi per la rigenerazione urbana, possono attingere pure Comini con meno di 15.000 abitanti.


Nei giorni scorsi è stata diramata l'assegnazione dei fondi, compresi nel PNRR, relativi alle progettualità di rigenerazione urbana, per i Comuni italiani superiori ai 15mila abitanti. Tali finanziamenti sono stati scaglionati in base alla demografia dei Comuni con tetti economici compresi tra i 5Ml€ e 20Ml€. La misura adottata, però, aveva lasciato a bocca asciutta tutti gli Enti inferiori ai 15mila abitanti (in Italia circa 7500 su poco più di 7900), ovvero la stragrande maggioranza del tessuto territoriale del nostro Paese. Uncem (Unione nazionale Comunità ed Enti montani) ha comunicato che, qualche giorno fa, in Parlamento, è stata adottata una misura contenente un fondo di 300Ml€ per gli Enti demograficamente non suffraganti il requisito demografico sopra menzionato. Tali Comuni potranno concorrere a realizzare progetti, entro il 22 marzo, nella misura massima di 5Ml€. Condizio sine qua non al conseguimento dello sfidante obiettivo è che tali progetti siano redatti in forma associativa da parti di più Comuni che complessivamente superino il tetto demografico, come sopra, stabilito. Sempre puntuale, l'amico #GiovanniLentini aveva affrontato la vicenda relativamente le opportunità che si asprirebbero per alcuni agglomerati urbani nella provincia di Crotone. Si persi alla Comunità afferenti le cittadine di Cariati, Mirto, Trebisacce e l'agglomerato dei Comuni di cinta a Spezzano Albanese. Bene, queste comunità che in maniera a sé stante non raggiungerebbero il su indicato tetto demografico, in forma associativa tra più Comuni, concorrerebbero a poter presentare progetti finanziabili. Le idee progettuali, perché approvate, dovrebbero rispondere al miglioramento del decoro urbano, del tessuto sociale ed ambientale e rifunzionalizzazanti le aree pubbliche degradate con progettualità di mobilità sostenibile. Ritengo che i Comuni capofila, non dovrebbero perdere tempo prezioso e buttarsi a capofitto nella stesura di progetti condivisi con le Comunità succursali al fine di raggiungere l'agognato risultato. Un ultimo appunto, quindi, sulla necessità di ripensare e rivedere la geografia amministrativa di questa Regione, favorendo unioni, fusioni, aree Vaste e Metropolitane. Tali operazioni, contrariamente a quanto qualche mente deviata possa pensare, non limitano la partecipazione dei Cittadini alla vita democratica delle Comunità. Piuttosto adeguano ai dettami contemporanei una società ed un tessuto urbano e rurale da svecchiare e modernizzare in chiave sostenibile.

Domenico Mazza

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