Edito "Il sindaco di tutti" memorie politiche di Salvatore Migale.

Non è mai facile scrivere di sé stessi o di storia contemporanea, perché le passioni potrebbero prendere il sopravvento sull' oggettività ; eppure, bene ha fatto Salvatore Migale già sindaco di Cutro ad affidare a "Libritalia editioni" le proprie memorie politico amministrative. S'intitola "il sindaco di tutti. Un tratto di Storia Amministrativa di Cutro le cui radici affondano nella cultura politica degli anni '60 del Novecento" la pubblicazione che è stata curata ed è introdotta da Michele Furci. Quella che potrebbe apparire a prima vista come una monografia attraverso cui si ricostruisce la vicenda amministrativa del proprio paese, scorrendola si rivela come un susseguirsi di avvenimenti di una fase storica molto più complessa e di straordinaria rilevanza territoriale, regionale e, per i suoi inevitabili intrecci, anche nazionale. Il libro che ci consegna attraverso il suo scritto Salvatore Migale è un pezzo di storia che copre un periodo amministrativo che, sebbene abbia al centro la sua comunità, riguarda l’insieme dei tanti comuni calabresi che vissero le medesime problematiche. Un volume quello di Salvatore Migale che, sebbene ricostruisca quanto concretamente adempiuto attraverso gli atti deliberativi e i documenti cutresi, descrive un vissuto amministrativo che in quel primo periodo della sua lunga esperienza, che poi continuerà in una nuova dimensione politica nel primo scorcio del terzo millennio, fu animata da tanta fede politica non facilmente inscindibile dall’uomo che ha interpretato il mandato elettorale in modo totalizzante. Uno scritto che dà l’idea dunque di come un’intera generazione di amministratori pubblici, chiamati a misurarsi con una realtà sociale in grande trasformazione, ha dovuto cimentarsi con coraggio in un esercizio innovativo non soltanto sul piano dell’impegno operativo ma con una buona dose di intelligenza politica per poter interpretare il senso di un’inedita funzione amministrativa che il processo riformatore degli enti locali andava concretando. Si tratta di uno spaccato di vita sociale che Salvatore Migale, al contrario, con il suo lavoro ne cristallizza lo svolgimento servendosi della ricchezza documentaria, che rende la narrazione un lavoro scientifico per gli indiscutibili atti pubblici in esso contenuti. In un passaggio storico problematico e complesso, durante il quale al tradizionale conflitto tra dominanti e dominati si è andata sommando la cultura tecnocrate dello scarto e della residualità dei territori e delle persone che in essi vivono, la memoria storica è l’unica fonte in grado di offrire certezza sul divenire dei processi economici e sociali. La memoria storica evita che tutto sbiadisca in banali luoghi comuni che, per un lungo tratto, renderebbe deboli in particolare le identità delle giovani generazioni di fronte ai normali cicli sociali, connaturati ai cambiamenti epocali.
Francesco Rizza