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Crotone, la sua storia, il Pnssr e l'umiltà che non c'è.





La Regione calabrese ha pubblicato la graduatoria relativa al Fondo complementare al Pnsrr e altre misure urgenti per gli investimenti" che riguarderà anche il rapporto fra il verde ed il sociale, per la riqualificazione edilizia residenziale e pubblica. Si tratta evidentemente, di una misura alquanto importante anche per il Crotonese che, in ambito naturalistico ed urbanistico ha subito scempi enormi e, purtroppo, continua a subirne. Interviene sul tema Giovanni Lentini, dottore in filosofia e già assessore provinciale alla cultura al tempo del presidente Stanislao Zurlo; l'ultimo dei presidenti eletti nella provincia di Crotone prima dell'entrata in vigore della "Riforma Del Rio". "L'edilizia residenziale pubblica - osserva Lentini - nel tempo ha permesso la nascita dei quartieri popolari e periferici delle nostre città che hanno rappresentato una risposta immediata e veloce alla pressante e tumultuosa esigenza abitativa degli anni del boom economico italiano, o miracolo italiano, contrassegnati da una eccezionale crescita economica e sviluppo tecnologico dopo la ricostruzione del secondo dopo guerra. Quartieri che con il tempo sono divenuti un caleidoscopio dei tanti, troppi, problemi che attanagliano e stritolano le nostre periferie. Tutte le periferie italiane. Di questa graduatoria, purtroppo - osserva Lentini - non vi è traccia alcuna di progetti da parte del comune di Crotone, in compenso vi sono solo alcuni importanti interventi da parte dell'Aterp Calabria, distretto di Crotone". "Come al solito - sottolinea Lentini - e non poteva essere altrimenti, almeno negli ultimi tempi, un quadro a tinte fosche che mi lascia perplesso e confuso. Un' altra occasione, l'ennesima e presumo non sia neanche l'ultima, che è stata persa e che senza nascondermi dietro un dito, mi lascia amareggiato perché questa poteva essere l'opportunità, una singolare e rara opportunità per pensare, assieme e di concerto, con l'Aterp, non solo ad un progetto di effjcentamento economico, abbattimento di barriere architettoniche e riqualificazione di spazi pubblici ma ad un importante, innovativo ed ambizioso, progetto di rigenerazione urbana dei quartieri periferici e popolari della città. Di una città come Crotone, dove la proprietà pubblica è rilevantissima tanto che nel passato ed anche oggi ancorché il dato è annaquato dalla nascita dei quartieri Tufolo e Farina dove insiste una importante presenza di edilizia privata, la Città di Crotone era il territorio urbano che, in rapporto al numero dei residenti, aveva una percentuale altissima di edilizia residenziale pubblica. Tra le prime nel Meridione d'Italia. Senza dimenticare - aggiunge Lentini - che in quei quartieri risiede il cuore vivo della nostra città. Vi vivono gli operai, gli artigiani e i piccoli commercianti e se non loro direttamente, i loro familiari. Persone che hanno dato vita al miracolo crotonese. Alla nascita ed alla crescita della città moderna e complessa così come la conosciamo e la viviamo. Partercipare a quel bando avrebbe potuto essere un modo per dare dignità a tutti quegli uomini, a quelle donne ed a quelle famiglie che portarono Crotone ad essere una delle città più importanti e stimolanti del Meridione italiano. La città dove ogni anno, immancabilmente, si esibjvano tutte le maggiori compagnie teatrali italiane. La città dove era nato un premio letterario tra i più importanti d'Italia, il premio Crotone che vide presenze intellettuali, scrittori e poeti d calibro di De Benedetti, Sciascia ed Ungheretti, e cito solo quelli a me più vari. La città dove era presente una classe opera e sindacale che ha fatto la storia del movimento operaio e sindacale. La città dove i sogni, i desideri, e le speranze di migliaia di Calabresi hanno trovato asilo, rifugio e lavoro. Era una occasione storica dlper dare il giusto riconoscimento ad una classe operaia sulla quale, troppo presto, abbiamo fatto calare il sipario del silenzio e della dimenticanza. Ed era una occasione anche per segnare un punto di svolta e di rottura con il passato, partendo proprio da quello più recente e per mettere la parola fine, una volta per sempre e per davvero, con la nostalgia di un passato di cui, e mi spiace rimarcarlo, non siamo neanche lontanamente gli eredi. Un bagno di umiltà e consapevolezza. Per affrontare il futuro che è già iniziato e che ci trova ripiegati su noi stessi. Sfiduciati ed isolati. Di fronte al quale tutti insieme, come comunità, dobbiamo trovare la forza ed il coraggio di reagire per riprenderci quel ruolo che la natura prima e la storia dopo, ci hanno assegnato: essere il centro nevralgico del Mediterraneo. Il Mare Nostrum.

Giovanni Lentini

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