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Castello crotonese chiuso dal 2018. Monta la pacifica protesta di 4 cittadini.



Era il 6 aprile 2018 quando il sindaco crotonese Ugo Pugliese chiudeva con una ordinanza il castello "Carlo V". La decisione, ancora in atto, "a seguito della segnalazione della Sen. Margherita Corrado che segnalava la presenza di materiale di colore grigio-celeste, con forti analogie visive con la fosforite all’interno del Castello Carlo chiedendo un tempestivo intervento per sanare un possibile pericolo per l’incolumità pubblica a seguito della citata segnalazione è stata avanzata immediata richiesta all’Arpacal- Dipartimento Provinciale di Crotone per l’effettuazione di indagini radiometriche volte alla verifica dei livelli di radioattività nell’area del Castello Carlo V". Confermata la presenza di fosforite e la sua radioattività, la Città ma anche i suoi turisti sono stati privati del maniero che, costruito nell'840 per difendere la città dalle incursioni dei Saraceni, è di proprietà della Sovrintendenza ed ospita una sezione del museo civico di Crotone e la Biblioteca Comunale "Armando Lucifero". Sono Linda Monte, Roberto Carta, Antonio Iritale e Filippo Sestito i quattro cittadini che da domani 22 gennaio dalle 10 a mezzogiorno monteranno per protesta la guardia allo stesso castello. A loro detta "il protrarsi della chiusura non è più ammissibile, scrivono i promotori del sit-in. Durante i mesi scorsi, pur nell’opprimente clima pandemico e rispettando tutte le regole imposte, hanno alzato la voce comitati, associazioni e singoli cittadini. Sono state interpellate le autorità competenti per avere risposte, mentre un altro gruppo di singoli cittadini ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica. Ma nessuno ha fornito spiegazioni. Neanche a quell'innocente bambino di quattro anni che davanti al portone castello sbarrato, da tempo chiede "perché non lo aprito? La storia della tutela, valorizzazione, fruizione dei beni culturali è argomento tabù, ma è compito di amministrazioni locali e regionali farsene carico" per rispettare i "diritti di tutti e il destino culturale della città".

Francesco Rizza

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