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Cacciolla, l'anomia urbanistica e il coraggio mancante ai Comuni crotonesi.




È probabilmente arrivato il momento di una nuova politica urbanistica a Crotone e sulla Costa crotonese conto quell'abusivismo dilagante, contro il quale le Istituzioni politiche non sono veloci come dovrebbero. È questo l'allarme lanciato negli scorsi giorni dal procuratore della Repubblica di Crotone Giuseppe Capoccia che ha affidato il proprio punto di vista ad un comunicato stampa pubblicato da varie restate giornalistiche. Alle esternazioni del Procuratore, a distanza di alcuni giorni, si è sommato un comunicato stampa dei Consiglieri di minoranza del Comune pitagorico Antonio Manica, Fabio Manica, Alessia Lerose, Giuseppe Fiorino, Enrico Pedace ed Andrea Devona cui si sono aggiunti i Consiglieri di maggioranza Vincenzo Familiari e Salvatore Riga chiedendo, fra le altre cose, una rivisitazione del Piano Regolatore Generale. È, finalmente, partito almeno nel Capoluogo provinciale quel dibattito che potrebbe essere foriero di decisioni importanti? La lettura che il procuratore Cacciola dà della situazione urbanistica del territorio è duplice. Da una parte, infatti, osserva la presenza di un bicchiere "mezzo pieno" rappresentato dal territorio di Punta Scifo tornato finalmente alla collettività e dal Villaggio Paradiso demolito completamente, dall’avvio degli abbattimenti delle villette abusive alla foce del Tacina o delle prime demolizioni di alcune case abusive realizzate sul promontorio di Capocolonna. Il bicchiere "mezzo vuoto", invece, è rappresentato dalle difficoltà, dalle lentezze e le incertezze che, a suo parere, "bloccano l’attività di contrasto di competenza dei comuni, nei confronti di quello che è un fenomeno che devasta e imbruttisce il territorio: l’abusivismo speculativo sulle coste". Come si ricorderà, già appena arrivato a Crotone circa cinque anni fà il nuovo Procuratore era partito a puntare la propria attenzione ai vari ecomostri, piccoli e grandi, che costellano la splendida Costa crotonese. Avendo avviato delle operazioni di rilievo, purtroppo, a cinque anni di distanza Capoccia si dice amareggiato perché non si sarebbe riusciti a dare quella spallata necessaria contro l'abbusivismo nonostante i suoi sostituti siano costantemente impegnati nella pubblicazione di provvedimenti di sequestro per presunti abusi o lottizzazioni abusive di strutture che dovevano essere al servizio del turismo, ma si sono trasformate di fatto in zone residenziali per seconde case. Con un intervento quanto meno "innovativo" in territori come il Crotonese, la Procura ha sottoscritto un protocollo d’intesa con i comuni costieri per procedere agli abbattimenti degli immobili abusivi, dopo un lavoro certosino fornendo agli stessi enti locali gli elenchi dettagliati degli immobili sui quali, dopo i procedimenti penali divenuti definitivi, pendevano dei provvedimenti di demolizione esecutivi. “E non stiamo parlando di abusivismo di necessità” precisa il capo dell’ufficio requirente.“Abbiamo classificato tutti i provvedimenti di demolizione a partire dagli anni 90 e fornito ai comuni l’elenco delle sentenze esecutive” rivela il procuratore Capoccia che ribadisce la sua delusione perché a detta del Magistrato “I Comuni sembrano impotenti poi nel continuare il percorso intrapreso”. E questo nonostante la Procura fornisca consigli e sostegni. Riferendosi anche all'annosa questione della bonifica il procuratore Cacciola lamenta che Crotone ed il Crotonese siano "un territorio che a volte non ha la capacità di guardare alla propria attuale situazione e trarne le conseguenze”. . Se da Crotone e dalla Costa si volge lo sguardo al testo del territorio provinciale la realtà che appare subito agli occhi di tutti, compresi gli osservatori più distratti, è che per troppo tempo sono stati proprio l'abusivismo e gli imprenditori del centro, spesso affiancati da settori torbidi della società, i veri proprietari del Crotonese. Non solo nei pressi dell' Area Protetta di Isola di Capo Rizzuto, ma anche nel Parco Nazionale della Sila dove a qualche graduato delle Guardie Forestali, solo per il ligio svolgimento del proprio ruolo contro la costituzione di qualche manufatto abusivo o a non autorizzato taglio di legname in aree dove non era consentito, è capitato di dover subire minacce ed avvertimenti contro i quali, ad eccezione di qualche comunicato stampa della "Legambiente" non si sono registrati nella cosiddetta "società civile" tutte le reazioni che ci sarebbe aspettati. Metafora di tutto il male possibile che si sarebbe potuto fare il territorio di Petilia Policastro dove il degrado dei "palazzi trasparenti" costruiti fra gli anni '70 ed '80 ha avuto delle ripercussioni su una situazione già fragile di suo. Capita così che, a nostro avviso, una discussione sul quella lotta all'abbusivismo debba essere ampliata all'intero territorio provinciale con un risveglio di tutte quelle coscienze che non possono più subire le prepotenze dei pochi ed il depauperamento delle risorse ambientali che sono di tutti.

Francesco Rizza

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