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A Crotone, da 17 marzo, la mostra "Rara Avis" di Antonio Affidato.




Figli d'arte crescono. L’orafo e scultore Antonio Affidato, figlio di Michele, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Crotone, espone 9 sculture in bronzo che raffigurano alcuni personaggi della storia e del mito dell’antica magna Grecia. Pitagora, Milone, Hera Lacinia, Alcmeone, Serse, Payllos, Medusa, Heracle e Gea. Curata da Francesco Scuteri, la mostra si intitola "Rara Avis, olò chiru tu Kroton", sarà inaugurata il 17 marzo e le opere di Antonio resteranno esposte fino al 30 giugno 2023. Come si apprende da un comunicato stampa, si tratta di una mostra che vuole esprimere il legame dell’artista con la sua terra ricca di storia arte e cultura. Saranno presenti tra gli ospiti: Gregorio Aversa direttore del Museo Archeologico Nazionale di Crotone, Giordano Bruno Guerri storico, saggistica e giornalista, Stefania Argenti Soprintendente archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Crotone e Catanzaro, Gabriele Romeo docente all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Torino e Presidente AICA Italia (Associazione Internazionale dei Critici d’Arte), Francesco Cuteri curatore della mostra, archeologo e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, nonchè autorità civili, militari ed Ecclesiastiche. L'organizzazione della mostra dedicata dall'antichità magno greca krotoniate non è la prima iniziativa curata da Antonio Affidato. Per esempio, era l'8 giugno del 2016 quando, in occasione del Giubileo della Misericordia, Antonio, consegnava a papa Francesco una scultura, raffigurante una barca, la nave di Pietro, con su due mani che tengono un’ostia è l’opera con la quale Antonio Affidato ha inteso raffigurare l'anno giubilare. La barca voleva raffigurare la Chiesa che mentre solca nel mare non sempre calmo dell’umanità, è punto di riferimento per l’uomo. Le due mani, invece, che tengono il pane volevano raffigurare la Chiesa che si fa cibo per tutti. Un messaggio, ancora oggi, attuale per il recente nubifragio di Stecato di Cutro attestante quelle che potremmo definire le nuove "tratte degli schiavi", in un mondo sempre meno umano.

Francesco Rizza

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